Rocchetta di Briatico (VV)
La Torre della Rocchetta di Briatico (VV), costruita in origine dai greci, ricostruita dai romani e poi modificata in età medioevale ma ancora in costruzione agli inizi del XVII secolo. La Torre era adibita anche a difesa delle industrie di cui era dotata la zona: le fabbriche di zucchero di cannamele, del vetro e del sapone, nonché i Mulini Feudali che allora servivano tutta la zona per la macinazione del grano e di altri cereali. La Rocchetta di Briatico è menzionata nel “Codice Romano Carratelli”, un manoscritto, risalente alla fine del ‘500, in un documento dell’archivio Pignatelli di Napoli del ‘600 e nei volumi di Gustavo Valente “Le Torri costiere della Calabria”. Ad oggi, in seguito ai vari terremoti verificatisi nel tempo e all’esposizione alle intemperie, la Torre conserva solamente: un primo vano di accesso alla torretta, dove precedentemente vi si trovava una scalinata che portava al piano superiore, ma attualmente vi è solo un accenno di pochi scalini, un secondo vano, il più grande, al quale si accede tramite un piccolo arco ed infine un vano al piano superiore che conserva ancora parte della volta con l’originario intonaco.
I criteri del progetto di restauro adottati si sono basati, dunque, sui due aspetti essenziali del progetto di restauro: la conservazione dell’integrità materiale e la protezione dei contenuti culturali, anche per garantirne la loro trasmissione al futuro. La proposta progettuale si muove, operando azioni di restauro conservativo, insieme a quelle di adeguamento estetico finalizzato alla conservazione del bene in sé stesso per conservarne la memoria. La Torre della Rocchetta non ha certamente una nuova destinazione d’uso poiché ciò che oggi è arrivato a noi non consente la realizzazione di un “involucro” capace di contenere ambienti fruibili ad uso culturale o museale, ma continua ad essere memoria di un tempo passato e museo di sé stesso che non vuole rinunciare a tale memoria.